
- 5 Gennaio 2023
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Come debellare la Processionaria del Pino
Capire come debellare la processionaria del pino in modo tempestivo è molto importante, poiché permette di limitare danni che col tempo possono diventare gravi.
Ecco ciò che dovreste sapere sulla processionaria
Conoscere la processionaria per sapere come eliminarla.
La processionaria del pino attacca tutte le specie del genere Pinus ma mostra una certa preferenza per Pinus nigra e Pinus sylvestris, inoltre si può trovare occasionalmente anche sui cedri, su Picea abies e su Larix decidua. L’insetto sverna allo stadio di larva di terza e quarta età all’interno dei caratteristici nidi sericei che vengono intessuti sui rami dei pini. In primavera le larve riprendono l’alimentazione cibandosi degli aghi di pino, ma nelle stagioni più calde, quando la temperatura del nido supera i 9 °C le larve escono a cibarsi anche in inverno.
Di solito le larve sono attive solo la notte, mentre di giorno si trattengono al riparo nel nido. In primavera le larve sono molto voraci e causano forti defogliazioni.
Giunte a maturità le larve abbandonano definitivamente il nido e si dirigono lungo il tronco verso il suolo in file lunghe vari metri.
Marciano nelle tipiche “processioni” fino a che non trovano un luogo ideale dove interrarsi fino ad una profondità di 10–15 cm. Le larve provenienti dallo stesso nido si incrisalidano tutte insieme nel terreno in bozzoli singoli fittamente accatastati l’uno accanto all’altro. Una parte delle crisalidi può rimanere in dia-pausa anche fino a 7 anni. In luglio-agosto compaiono gli adulti, le femmine depongono sugli aghi, dalle 100 alle 280 uova, in un’unica ovatura a forma di manicotto. Le larve nascono a fine agosto-settembre e iniziano ad alimentarsi subito sugli aghi, causando solo danni modesti.
Il loro Habitat
È un insetto diffuso nelle regioni temperate del bacino del Mediterraneo (Europa meridionale, Medio Oriente e Africa settentrionale), particolarmente lungo le alberature stradali e sulle piante marginali delle formazioni boscose. È considerato come uno dei principali fattori limitanti per lo sviluppo e la sopravvivenza delle pinete del Mediterraneo.
Debellare la processionaria è un obbligo di legge
Premettendo che vige il decreto di Lotta Obbligatoria DM 30.10.2007, sono diversi i provvedimenti che si possono adottare per eliminare la Processionaria del Pino: meccanici, chimici e microbiologici.
Come debellare la processionaria: i principali metodi utilizzati.
Tramite trappole meccaniche collanti: Durante il periodo primaverile, è possibile ottenere ottimi risultati tramite l’utilizzo di trappole collanti. Sono come dei collari che contengono particolari sostanze vischiose che, se vengono poste sui tronchi degli alberi infestati, possono intrappolare i bruchi prima che tocchino il suolo.
Tramite trappole ai feromoni: Durante la prima metà di giugno invece, si possono usare efficacemente le trappole ai feromoni. Queste attirano i maschi di processionarie e li intrappolano definitivamente, impedendo loro di accoppiarsi e riprodursi. Si tratta di un ottimo metodo di controllo che non riesce comunque a debellare in maniera completa l’infestazione. Questo tipo di trappola infatti, cattura solo i maschi, mentre le femmine e le giovani larve rimangono libere.
Utilizzo dell’endoterapia: l’endoterapia è una particolare tecnica che consiste nell’iniettare sostanze insetticide direttamente nel sistema vascolare della pianta invasa dalla processionaria. In questo modo, l’insetticida entrerà nel corpo dell’animale quando questo si ciberà delle sue foglie.
Pericolo ed Effetti sull’Uomo e Animali
La processionaria non è dannosa solo per il mondo vegetale, ma anche e soprattutto per le persone e gli animali. I peli urticanti della processionaria, infatti, si separano facilmente dal dorso dell’animale, o per contatto diretto, o per contatto indiretto, trasportati semplicemente dal vento.
Le larve sono molto pericolose, in quanto ricoperte da peli urticanti. che se vengono a contatto con la pelle umana, abiti o sono inalati da un cane durante una passeggiata, possono provocare gravi danni dermatologici e non solo. Gli effetti sugli esseri viventi sono devastanti: i peli urticanti delle larve sono velenosi e, nei casi più gravi, per fortuna circoscritti, possono scatenare una grave reazione allergica.
Nel caso di contatto, o per effetto del vento, i peli urticanti si separano dal dorso della larva. La loro estremità è munita di minuscoli ganci, che si attaccano alla pelle ed alle mucose, rilasciando istamina. Ripetuti contatti possono aggravare la situazione, fino a portare allo shock anafilattico. Il primo sintomo, dopo il contatto con la pelle, è una dolorosa eruzione cutanea con prurito insistente. Si diffonde sulla pelle scoperta, ma si estende, tramite sudore e sfregamento degli abiti, anche al resto del corpo, provocando un eritema pruriginoso.
Se i peli urticanti vengono a contatto con gli occhi, si sviluppa una sorta di congiuntivite, con rossore e dolore agli occhi. Se il pelo si addentra in profondità, il rischio di una grave infiammazione è palese e, sebbene raramente, può condurre alla cecità. Inalati dalle vie respiratorie, i peli provocano starnuti, mal di gola, difficoltà a deglutire e broncospasmo. Qualora ingeriti, invece, causano irritazione delle mucose orali ed intestinali, scatenando salivazione, vomito e dolore addominale.
La processionaria è inoltre pericolosissima per cavalli e cani che, brucando l’erba od annusando a terra, possono ingerire i peli, con sintomi molto gravi che si manifestano con improvvisa ed intensa salivazione dovuta al processo infiammatorio. Nel caso dei cani, la lingua subisce un rapido ingrossamento e può soffocare l’animale, oltre a distruggere il tessuto cellulare, provocando necrosi e perdita di porzione della stessa. La bestiola perde vivacità, diventa febbricitante, non si alimenta e manifesta vomito e diarrea, quest’ultima anche emorragica.